Recensione: Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafon

Buongiorno e buon lunedì a tutti! Oggi iniziamo la giornata con energia ed un velo di mistero con il romanzo “Il prigioniero del cielo” di Carlos Ruiz Zafón. Molti di voi conosceranno già questo autore. Per chi invece non ha ancora letto nulla di questo talentuoso scrittore spagnolo, consiglio di partire con “L’ombra del vento“, il primo della serie del “Cimitero dei Libri Dimenticati” (di cui fa parte anche “Il gioco dell’angelo“). Ciascun romanzo è a sé ma, per meglio comprendere tutti i meccanismi della storia, è preferibile partire dal primo, per poi proseguire con i successivi. Buona lettura!


Il prigioniero del cielo - Zafon (L'angolino di Ale)Titolo:  Il prigioniero del cielo

Autore: Carlos Ruiz Zafón

Traduzione di Bruno Arpaia

Casa Editrice:  Mondadori

Pagine:  343

Prezzo:  11,05 € su Amazon

La trama

Dicembre1957. Barcellona sta cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra. Solo per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica. Daniel Sempere è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un’edizione di pregio di “Il conte di Montecristo” pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín.


La mia recensione

Quando entri in un libro di Zafón vorresti poterne rimanere intrappolato tra le pagine per non doverne uscire mai. Attraverso le sue nebbie e quella reale percezione di foschia che avvolge le strade di una Barcellona post-bellica, il lettore viene ammaliato sin dalla prima pagina. In questo capitolo della serie del “Cimitero dei libri dimenticati” ritroviamo un protagonista, Daniel Sempere, cresciuto e consapevole di essere diventato ormai un uomo coerente ed un marito fedele. Il lavoro presso la libreria di famiglia va un po’ a rilento, gli affari non vanno affatto bene ma, con modestia e passione, Daniel e suo padre portano avanti la bottega. Fermín, l’amico fidato, sarà anche in questa occasione una spalla incoraggiante per Daniel, divenendo un confidente impareggiabile. In un clima nel quale si respira ancora l’odore di guerra, Fermín racconta il suo passato, svelando antichi segreti.

Fermín Romero de Torres. Di professione, servizi segreti settore Caraibi della Generalitat di Catalogna, or ain disarmo, ma di vocazione bibliografo e amante delle belle lettere

L’autore ci propone sempre una sapiente costruzione dei personaggi. Pochi ma tutti attraenti e dalla personalità autentica. Daniel è un modello di forza e curiosità. Fermín è un uomo dall’umorismo sfrenato. È lui il personaggio chiave di ciascuna vicenda e la sua dialettica forbita, accompagnata da un tono spigliato ed espansivo, fanno di lui un tipo sveglio e scaltro. L’amicizia è certamente il valore che sta alla base del romanzo.

La narrazione scorre fluida, senza mai lasciare al lettore il tempo di annoiarsi. Al contrario, l’abilità dell’autore fa sì che il livello di attenzione rimanga sempre alto, fino alla fine. Ci si ritrova, tra le stradine oscure di Barcellona, a vivere in prima persona gli eventi. Il contesto è, dunque, estremamente affascinante, offuscato da un velo di mistero che condisce il tutto rendendo il romanzo intrigante. Emergono di continuo nuove ombre da inseguire e ci si appassiona senza via di scampo.

Quel mese di gennaio arrivò vestito di cieli cristallini e di una luce gelida che spolverava neve sui tetti della città. Il sole brillava ogni giorno e strappava schegge di luce e ombra alle facciate di una Barcellona trasparente in cui gli autobus a due piani circolavano con il tetto vuoto e i tram, passando, lasciavano un alone di vapore sui binari

Nei suoi romanzi si respira il profumo di libri, di biblioteche antiche, di amore viscerale per la lettura. Zafón è maestro d’arte nel narrare situazioni presenti e passate, mescolando gli elementi e lasciandoli intravedere appena attraverso una vista annebbiata da amore, odio e sentimenti di rivalsa e vendetta. La sua prosa lascia il segno ed è impossibile uscirne indifferenti. Il lettore ne esce sempre appagato e desideroso di concretizzare quel sogno di entrare anch’esso in quel luogo, misterioso ed affascinante, che è il “Cimitero dei libri dimenticati“.

Ciò che conta è che quasi tutto è possibile quando si ha un vero amico, pronto a mettersi in gioco e a smuovere cielo e terra […]

Alessandra - L'angolino di Ale (black)© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata

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32 pensieri su “Recensione: Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafon

  1. MI piace! Ho letto “L’ombra del vento” e ne sono rimasta ammaliata, sono in attesa di tuffarmi negli altri, ma sai che mi capita una cosa strana? Quando so che un autore che mi è particolarmente piaciuto ha scritto un seguito del suo romanzo mi ci vuole un po’ di tempo prima di decidermi a iniziare la lettura dei successivi.

  2. Di Zafon ho letto molto, tra i quali anche questo. Di questo autore, molto osannato ma secondo me sopravalutato, mi piace la parte iniziale, che di norma è strepitosa. Ma poi…con l’avanzare del testo perde colpi finché si arriva al finale che trovo deludente. Mi è capitato con la trilogia che hai citato, com Marina, con il principe delle nebbie, il palazzo di mezzanotte (le luci di settembre non l’ho letto). Insomma scrittura piacevole e fluida, storie che partono bene ma finali molto al di sotto delle premesse.

    • Io ho apprezzato molto la trilogia del “Cimitero dei libri dimenticati” (L’ombra del vento, Il gioco dell’angelo ed Il prigioniero del cielo). Non ho invece trovato la stessa magia nella trilogia della nebbia (del quale al momento ho letto solo “Il palazzo della mezzanotte”). Sono serie differenti ed abbastanza distanti l’una dall’altra. In particolare la seconda (la serie della nebbia) è dedicata alla narrativa per ragazzi.

  3. Amo Zafon! Dal primo all’ultimo libro riesce a coinvolgere i lettori in atmosfere particolari e storie intriganti. Bellissima anche la tua recensione 🙂

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