Buon giovedì, amici! Come state? Qui continuano i lavori in preparazione del nuovo sito…non vedo l’ora di mostrarvi la nuova collocazione dell’angolino! Intanto spulciamo insieme le ultime news letterarie con la rubrica “ Books overview “ – Uno sguardo sulle novità letterarie nella quale troverete di sicuro qualche titolo da inserire nella vostra wishlist. Fatemi sapere quali vi attirano, sono curiosa! Buona lettura a tutti!
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Chiedimi se ti amo ancora di Mila Orlando
BOOKS OVERVIEW #14
Buon lunedì a tutti! Per iniziare bene la settimana ci vuole qualche assaggio letterario di alcuni libri in uscita: la rubrica “ Books overview “ – Uno sguardo sulle novità letterarie vi aspetta con qualche titolo da inserire nella vostra lista dei desideri. Buona lettura!
Recensione: Tutta colpa del mare di Chiara Parenti
Buongiorno a tutti! Oggi andiamo tutti in Versilia con l’ultimo romanzo di Chiara Parenti targato “YouFeel“, la nuova collana di eBook edita da Rizzoli dedicata all’universo femminile. Per scegliere il libro giusto tra quelli proposti in questa collana, fate affidamento al vostro stato d’animo: Romantico, Ironico, Erotico, Emozionante. Questi sono i 4 mood tra i quali scegliere e sono tantissimi i titoli per svagarci un po’. Io ho scelto un titolo ironico ed ho letto “Tutta colpa del mare“. Se avete voglia di sorridere, non vi resta che leggerlo!
La vita di Maia procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una famosa agenzia di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata! Peccato che la meta prescelta sia la Versilia, dove Maia ha passato le vacanze fino all’estate dei 16 anni. Ritornare in quei luoghi e rivedere Marco, il primo amore, la manda in tilt. Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio?
Gli amori estivi sono qualcosa di indimenticabile per tutti. Maia, la protagonista di questo romanzo, racconta il suo viaggio verso la Versilia in compagnia di Diana (la cognata, nonché futura sposa) ed altre amiche. Uno spumeggiante addio al nubilato le attende per fare festa a più non posso. Maia ha tutto (o quasi): un fidanzato ricco, un bel lavoro e tante amiche. Ma questo viaggio cambierà il suo modo di vedere le cose. Dalla sosta in autogrill fin dritti a Forte dei Marmi, si respira aria di baldoria ed il gruppo di ragazze è carico. Per uno strano scherzo del destino Maia incontra, sulla stessa spiaggia che 15 anni fa li ha visti protagonisti di una bella storia d’amore, Marco. Maia potrà finalmente concedersi un po’ di relax dalla routine quotidiana e da un fidanzato, Lapo, bello ma “pesante” ed ossessionato dalla linea e dai cibi sani ma insipidi.
Un vortice di emozioni travolgerà Maia come un’onda inaspettata riportandola alla sua adolescenza. Anche se, ormai, i tempi sono cambiati rispetto a tanti anni fa ed è arrivato Facebook a “demolire” la delicatezza di un legame, in questo romanzo si respira il profumo dell’estate e della libertà. Ma non quell’emancipazione che prevede il doversi sballare a tutti i costi, al contrario. Qui l’autrice ci riporta in quegli anni in cui giochi scherzosi, baci romantici ed il divertimento dei nomignoli (chi non ne ha mai dato uno?) faceva venire le farfalle nello stomaco e quella splendida malinconia, a fine estate, che ti faceva ripartire a settembre con un rinnovato entusiasmo per la vita.
” E poi potrai realizzare il tuo piano segreto di conquistare il mondo!?”
La sabbia, il mare, le canzoni del cuore da cantare a squarciagola: è tutto come un meraviglioso sogno ad occhi aperti. Quel sogno per il quale non servono preziosi diamanti ma solo tanta gioia di vivere. Maia ritroverà quest’ultima proprio laddove l’aveva lasciata. Si renderà conto che le responsabilità ed il lavoro talvolta offuscano la capacità di scelta (come quel mojito di troppo) e si finisce inevitabilmente per accontentarsi. Ma il tempo passa in fretta e le cose belle sfuggono dalle mani, come quegli amori che sembrano eterni ma si sfaldano come un castello di sabbia.
Chiara Parenti, con uno stile fresco e divertente, ci fa rivivere la vivacità delle vacanze estive, ricordandoci che il sale del mare ci rende vivi e dà sapore ai nostri sogni. Una vita insapore è sprecata e conviene darle gusto attraverso nuovi progetti per il futuro e, naturalmente, attraverso l’amore. Bisogna sempre trovare il coraggio di rischiare, lasciandosi tutto il resto alle spalle.
“L’infinito del cielo era sopra di noi, l’infinito del mare tutto intorno. E in quel momento, anche noi ci sentivamo infiniti”
Chiara Parenti è giornalista pubblicista e lavora nell’ambito dell’editoria e della comunicazione. Appassionata di scrittura creativa, è autrice di un manuale di scrittura e coautrice di diversi saggi. Ha un blog personale: Il giardino d’estate. Trovate qui la pagina Facebook dedicata al romanzo “Tutta colpa del mare” e qui il blog ufficiale del romanzo.
Ecco il booktrailer di “Tutta colpa del mare“:
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Book spending review #6 : Il cavaliere d’inverno di Paullina Simons
Buongiorno amici! Ritorna finalmente la rubrica “Book spending review“: ovvero la rubrica del come ottimizzare i nostri risparmi acquistando i libri “giusti”. Oggi voglio parlarvi di un libro meraviglioso che tutti voi dovreste leggere per lasciarvi incantare dal racconto di una storia d’amore e guerra raccontata dai protagonisti diretti: Tatiana ed Alexander, due personaggi indimenticabili. Buona lettura!
Titolo : Il cavaliere d’inverno
Autrice : Paullina Simons
Casa editrice : BUR Rizzoli
Pagine : 697
Prezzo : 10.90 €
(su Amazon: 8.50€ cartaceo)
Trama : Leningrado, 1941. Le sorelle Tatiana e Dasha Metanova dividono un’unica stanza con i genitori, i nonni e il fratello. Questa è la dura realtà della Russia di Stalin. Realtà che tuttavia sembrerà bella come un sogno non appena Hitler invade la nazione e comincia a stringere d’assedio la città. In questo scenario si incontrano la giovane Tatiana e Alexander…
Quando un libro è ben scritto non c’è niente da fare: un lettore non può far altro che immergersi nella storia ed imparare ad amare, soffrire, lottare con i personaggi. È quello che mi è successo leggendo questo romanzo di Paullina Simons, talentuosa scrittrice russa. Non è facile raccontarvi questo romanzo, ricco di eventi e di emozioni. Tatiana vive con la sua famiglia in una modesta casa. È una ragazza volenterosa, tenace e soprattutto generosa. La vita scorre senza troppi intoppi fino al momento in cui la radio (unica fonte di informazione) informa che le truppe tedesche hanno invaso la Russia. È il 1941. È l’inizio della Guerra. Il cibo inizia piano piano a scarseggiare e Tatiana esce giornalmente alla ricerca di provviste per sfamare la famiglia. Durante una di queste spedizioni incontrerà Alexander, un ufficiale dell’Armata Rossa. I due inizieranno a frequentarsi, ben presto Tatiana scoprirà che quel sentimento è inopportuno e per tanti motivi deciderà di andare contro sé stessa, per proteggere sé stessa e la sua amata famiglia. Ma quell’affetto è dirompente e si trasformerà nel corso della narrazione, diventando odio, risentimento poi amore, rancore ed ancora passione. Mille emozioni, un’alternanza di sensazioni e di tormenti che rendono viva la descrizione degli eventi.
“Il sibilo delle bombe, il fragore delle esplosioni non erano niente a paragone del dolore che gridava nel suo petto”
La vita di Tatiana, una diciassettenne come tante, cambia radicalmente ma non cambierà il legame indissolubile che la legherà fino infondo alla sua famiglia, in particolare alla sorella maggiore, Dasha. Le illusioni di una giovane ragazza diventeranno sensi di colpa. Con mano tremante Tatiana crescerà e mostrerà tutto il suo altruismo ed il suo coraggio, fino quasi al punto di annientare sé stessa per aiutare gli altri. I protagonisti combatteranno per la grande Madre Russia e per proteggere la loro dignità.
“Cammina, cammina, non alzare gli occhi, si disse Tatiana. Copriti il viso con la sciarpa, copriti gli occhi se necessario, non guardare Leningrado, non guardare i corpi ammucchiati nel cortile, non guardare i cadaveri che giacciono sulla neve […]”
In quasi 700 pagine (che, vi assicuro, volano via una dietro l’altra) il lettore vive una delle esperienze più drammatiche e sanguinose della storia. La Guerra (purtroppo quella con la G maiuscola) annienta tutto e tutti. Spazza via persone, monumenti ed intere città, trascinando con sé brandelli di umanità , di sogni infranti e di gioie rubate.

Statua equestre di Pietro il Grande a Leningrado. Scultura nota come “Cavaliere di bronzo”. Photo: Dimitriy Yakovlev Shutterstock.com
Leningrado, l’odierna San Pietroburgo, passa dalle mani di Stalin a quelle di Hitler. La città, messa sotto assedio durante questa Seconda Guerra Mondiale, venne distrutta e la sua popolazione decimata. Lo scenario è descritto nella sua magnificenza prima e nel suo strazio dopo e durante il conflitto. Trincee, barriere antiaeree, il freddo pungente ed il gelido inverno che incombe sulla città, diventeranno protagonisti stessi della storia.
Le descrizioni sono forti, l’energia che emerge dalla penna della Simons è qualcosa di davvero unico: la scrittrice riesce a combinare in modo eccellente due scenari contrapposti in modo perfetto: la crudeltà della guerra e la delicatezza di un sentimento come l’amore. Due situazioni contrastanti ed antitetiche che si fondono in un’unica splendida narrazione.
“Ci sono alcune battaglie che, per quanto tu non ne abbia voglia, devi assolutamente combattere. Battaglie per cui vale la pena dare la vita“
Tatiana troverà la sua salvezza in un sentimento più grande di qualunque altra cosa. La gente brucerà i libri per scaldarsi, per trovare calore nel rigido inverno sovietico, ma Tatiana cercherà di salvare l’unico libro che la aiuterà a sopravvivere “Il cavaliere di bronzo” di Puškin, regalatone da Alexander, l’unico conforto in una realtà avvelenata dalla violenza. I bombardamenti distruggeranno tutto tranne la fede, tranne l’amore. Non sarà la razione giornaliera di centoventicinque grammi di pane a tenere in vita Tatiana. La sua forza d’animo sarà la sua difesa e la sua ostinazione diventerà la sua unica via d’uscita per poter continuare a sperare in un futuro migliore, in un’amore impossibile, nella possibilità di superare qualsiasi ostacolo e qualsiasi distanza, nella lotta alla conquista della propria libertà.
Personaggi indimenticabili in un romanzo che, nella sua intensa drammaticità, è dolcissimo e ti conquista dalla prima all’ultima pagina. Imperdibile davvero!
© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata
Recensione: Canto di Natale di Charles Dickens
Oggi è un giorno speciale, forse il giorno più speciale dell’anno. Il bello di questo giorno è il trascorrere con la propria famiglia, magari al caldo di un caminetto o davanti ad una bella tavola addobbata a festa, questo 25 dicembre che ci ricorda tante cose. Ci ricorda che l’unica cosa davvero importante è la famiglia, gli amici, gli affetti. Una bellissima riflessione che ritroviamo anche nel “sempre verde” libro di Charles Dickens “Canto di Natale“. Raccontandovi questa mia recente lettura, spero possiate gioire anche voi in questo giorno di festa, accantonando, anche se solo per un attimo, tutti i nostri piccoli o grandi problemi. Un pensiero va anche a coloro che soffrono, coloro che sono soli e che non hanno la possibilità di addobbare nulla ma che mantengono nel loro cuore un briciolo di speranza. A tutti loro e a tutti voi va il mio più caldo augurio ed un affettuoso abbraccio per poter trascorrere, nonostante tutto, un BUON NATALE! ♥
Titolo : Canto di Natale
(titolo originale dell’opera : A Christmas Carol )
Autore : Charles Dickens
Traduzione di Maria Luisa Fehr
Casa editrice : BUR Rizzoli
Pagine : 142
Prezzo : 10.00 €
(su Amazon: 8.50 € cartaceo / 3.99 € eBook )
Nella fredda notte che annuncia il Natale, il vecchio Scrooge, visitato dal fantasma del suo vecchio socio in affari, si trova a compiere un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro della sua miserevole vita. Solo messo di fronte a se stesso Scrooge imparerà il valore della solidarietà. Questa è la celeberrima trama di una delle storie più raccontate e rivisitate dal cinema e dalla letteratura mondiale. Il classico di Dickens, presentato nella sua veste originale, riesce ad affascinare come sempre, e rievoca magicamente lo spirito natalizio.
L’atmosfera natalizia è unica: aria gelida fuori e voglia di calore nelle nostre case. Voglia di maglioni soffici e sorrisi sinceri. Voglia di abbracci affettuosi e scambi di doni attesi o inattesi. Il sentore di camini fuori e la voglia di respirare profumi dolci dentro. Gli aromi e i sentimenti si mischiano dando vita ad un momento atteso a lungo, da grandi e piccini. Per il vecchio Scrooge, invece, il Natale è un giorno come un altro. Anzi è il giorno in cui è costretto a dare un giorno di riposo all’ormai rassegnato e sconsolato dipendente della sua ditta. Dall’anno della morte del suo socio Marley, Scrooge ha sempre pensato solo ed esclusivamente agli affari, ai profitti, al denaro. Per lui nulla vale più di un contratto vantaggioso e della rendita dei suoi beni; nemmeno il nipote riuscirà a convincerlo a lasciarsi andare, almeno per la notte della vigilia, partecipando alla cena con il resto della famiglia. Scrooge, sbeffeggiando tutti, desidera solo rintanarsi in solitudine nella sua vecchia, buia e fredda casa. Questo Natale però verranno a fargli visita tre spiriti, ciascuno ambasciatore di un Natale: il Natale passato, il Natale presente ed il Natale futuro. Ciascuno di loro lo accompagnerà a vedere qualcosa che lascerà Scrooge senza fiato. Scrooge vedrà sé stesso in momenti vissuti nel passato, nel presente e nel futuro. Questo guardarsi “dal di fuori” lo porterà, finalmente, a fare un esame di coscienza.
Questo romanzo è qualcosa di assolutamente unico, non solo per i temi trattati ma anche, e soprattutto, per lo stile dickensiano. È un piacere leggere le descrizioni di Dickens , così semplici ma così assolutamente reali ed eleganti.
“E le drogherie, oh le drogherie! […] solo qualche imposta rimaneva alzata, ma quali visioni si godevano attraverso quelle aperture! Non era solo il gaio rumore delle bilance che ricadevano sui banchi, il fruscio dello spago che scorreva sul suo rullo e se ne separava con tanta allegra animazione, né il tintinnio dello scatolame che si urtava con il rumore che fa un giocoliere con i suoi attrezzi, e neanche l’aroma del tè e del caffè tanto grati all’odorato […] le spezie così deliziose, i frutti canditi così glassati […] non erano tutte quelle buone cose nella loro veste natalizia: erano i clienti tutti così pieni di fretta e così ansiosi di quello che si ripromettevano da quel gran giorno”
La sua narrazione è così piacevolmente brillante da incantare il lettore. Personalmente starei ore a leggere e rileggere i suoi racconti, senza mai stancarmi, come gli occhi ipnotizzati dal luccichio delle lucine dell’albero di Natale. Dickens descrive perfettamente il clima festoso, intriso di buonumore e quella sensazione di fratellanza e serenità che caratterizza l’animo di tutti noi durante il periodo natalizio. Allo stesso tempo, in contrapposizione a tutto questo, c’è il cupo orgoglio di un vecchio egoista, odiato da tutti per il suo carattere burbero ed inutilmente perfido.
Tra le righe di questo racconto c’è molto su cui riflettere: l’egoismo; il volere sempre di più senza guardare in faccia a nessuno; il desiderio di sentirsi ricchi ed invidiati dal mondo solo per i beni materiali; il desiderio di onnipotenza che il denaro sa darti. Verrebbe da chiedersi “quanto Scrooge c’è in ciascuno di noi?“. Quante volte avremmo potuto rinunciare a qualcosa per donarlo agli altri, a chi ha meno di noi? Quante volte non ci siamo lasciati influenzare tirando dritti per la nostra strada, pensando esclusivamente al nostro interesse? Quante volte non ci siamo curati della miseria che c’è intorno a noi?
“Canto di Natale” andrebbe letto e riletto tutti gli anni per tenere a mente il vero significato del Natale: condivisione, amore, affetto. Natale significa passare un momento piacevole con i propri cari, anche senza regali, anche se il solo vestito buono che abbiamo è uno straccio. Natale significa apprezzare ciò che si ha, con la consapevolezza che tutto è transitorio, anche la nostra vita, e che il sorriso di un bambino o di un genitore è la nostra vera benedizione e dobbiamo proteggerlo ad ogni costo.
Non perdiamo l'”aroma” del Natale e, se possiamo, diamo un bacio in più ai nostri cari oggi, ora. E continuiamo a commuoverci sempre per quella fragranza unica ed inconfondibile che porta nelle nostre case la magia di un giorno speciale.
© L’angolino di Ale – Riproduzione riservata
Vi lascio con questa bellissima canzone natalizia di Bobby Helms “Jingle Bell Rock” ed ancora…i miei migliori auguri di buon Natale a tutti voi!